My friend Francesco sent me this little unexpected gift, a review of the TEB book. It's in Italian, but I know that the one interested can translate it in English and appreciate his pyrotechnic way to write.
ULTIMO TANGO ALCHEMICO
Luca Ferrari me l’aveva preannunciato: “Ho scritto a Chris Cutler per farti inviare una copia di BOOK OF ALCHEMIES e a giorni ti arriva”. Confesso che ero scettico, non certo per i suoi buoni intenti, fuori discussione, ma per la politica Recommended Records che, pur da elogiare senza se e senza ma per essere una delle poche etichette rimaste in trincea nonostante la desolante situazione attuale, non brilla certo per prodigalità.
“BOOK OF ALCHEMIES, the life and times of Third Ear Band, 1967-1973”, per chi non lo sapesse ancora, è un raffinato volume di 225 pagine (231 pagine per alcuni, qui c’è odore di cabala), edito dalla storica R&R il cui autore “potrebbe essere” Glen Sweeney, membro fondatore dei TEB,, ma che in modo quasi pirandelliano viene attribuito “anche” a Luca Chino Ferrari. Io so che il libro è di Luca e soltanto il suo squisito senso di generosità lo porta quasi a renderne fumosa la sua paternità. Per non farci mancare nulla il libro contiene anche un CD “THE DRAGON WAKES- The legendary unrealesed album” una chicca di cui ha scritto in modo più che eccellente Alessandro Monti su queste longitudini. Sorprendente che a scrivere dei TEB siano – per ora - soltanto musicisti e/o creativi e che i dichiarati critici non abbiano ancora assaggiato questo indispensabile manicaretto. Non vedo l’ora di leggere le parole di Gino Dal Soler su "Blow Up", uno dei pochi critici indispensabili alla nostra salute. Ma torniamo al volume, è scritto in inglese, niente traduzioni in italiano, il “range” (si dice così?) di pubblico che vuole interessare è internazionale ed è ben comprensibile. Oggigiorno i budget sono talmente risicati che è già un miracolo avere tra le mani un volume come questo! Per le traduzioni ognuno s’ingegnerà come potrà. Io che mastico poco la lingua inglese, speravo in una versione “kinder” da poter tradurre con Google trad, ma – come vi ho già accennato - per ora non è previsto. “E più non dimandare” direbbe il Sommo Poeta. Ma la soddisfazione di avere tra le mani nel 2020 un libro che, per 225/231 pagine, parli di T.E.B. è talmente un “godimento esperanto” che supera ogni possibile cimoseria. Per la verità io e Luca condividiamo da anni una insana passione per la THIRD EAR BAND; anzi questa nostra passione ci ha resi ancora più amici e ci ha indotto a collaborare in altri mille progetti.
Poi, qualche giorno prima di Ferragosto, in mezzo ai consueti scatoloni di Amazon, trovo un plico che contiene un libro. La modalità di apertura dei pacchi postali meriterebbe un articolo a sé; diciamo che per noi musicomani senza speranza assume una sacralità rituale. Ed è un rito plurisensoriale che include un primo movimento muscolare il più delle volte lieve (il ritiro del plico/pacco); l’apertura con lacerazione o con tentativo conservativo dell’orecchia adesiva con o senza oggetti opzionali (forbici, coltelli, plettri, monetine); rimozione di eventuale strisce di scotch o nastro adesivo; eliminazione di plastiche anti-urto e/o giornali ammassicciati per espletare tale importante funzione. Ma forse la fase clou dell’apertura del pacco/plico è il percepimento dell’odore dell’oggetto che viene sfilato fuori dal pacco, che non è più l’odore del vecchio vinile, ma una “essenza cocktail” di tipografia, plastica protettiva, odore di carta non sfogliata, sudore del corriere e –certe volte- della passione dell’autore.
Bene, visto che non so leggere la lingua inglese come vorrei, ho annusato più e più volte il libro di Luca e devo dire che l’essenza cocktail di cui vi ho parlato qualche riga fa, vede prevalere senza possibilità di smentite l’ingrediente della passione dell’autore. Una passione che, si badi bene, non è una smanceria da fan club, ma una virginale ed immensa estasi da stupore. Luca ha superato da tempo la gelosia del giocattolo personale; il suo lavoro è quello del minatore che sa di essere in una miniera, una miniera piena di gemme che però non sono lì in bella evidenza, non basta schiacciare un tasto per farle emergere, bisogna lavorarci duramente sopra, ecco cosa bisogna fare. Un lavoro minimale di contatti, di amicizie guadagnate nel tempo, un lavoro di rianimazione di spigoli musicali inadeguati, di insperati ritrovamenti impensati.
Ecco il libro che vi consiglio caldamente è un piccolo museo di tutti i reperti che Luca ha trovato in quelle dimenticate miniere che ha picconato da mattina a sera senza mai perdersi d’animo. Mi diceva Luca qualche tempo fa che scrivere un libro serio sui T.E.B. non è cosa facile perché i musicisti principali sono tutti deceduti e quello che riesce a ritrovare emerge da persone che erano vicine ai tre TEB principali. Ora se avete visto qualche serie televisiva gialla su Netflix, solitamente “le persone che erano vicino” allo scomparso la pensano in modo completamente diverso da quello, pur amandolo o stimandolo immensamente. Danno poco importanza a cose, frammenti, oggetti che l’ispettore di turno, quando ne prende possesso, ne comprende invece l’importanza fondamentale per la sua indagine. Ferrari ha fatto una lunga indagine, ha interrogato familiari e amici con quel senso di ottimismo che è assolutamente padano. Un lavoro maniacale, che lui stesso definisce “non finito” che è consistito nell’accedere a tasselli e indizi sui quali ha duramente lavorato. Il libro è bello di per sé ed è bello dentro, cosa volete di più? A tutti gli appassionati di “musica diversa” non potrà che eccitare; ai fans dei TEB regala nuove emozioni nella rilettura e risistemazione della cronologia dei concerti e della discografia e nell’emersione di foto di cui si era persa traccia. Questo libro, rispetto a “Third Ear Band Necromancers of the Drifting West”, che Luca aveva scritto nel marzo 1997 per Stampa Alternativa, ha una dimensione più “internazionale”, un respiro più compiuto e – soprattutto - la minestra non è riscaldata. Il nuovo libro di Ferrari testimonia e documenta tutta la ricerca che l’autore dal ‘97 in poi ha continuato e splendidamente realizzato. Luca è un amante dei T.E.B. sincero e appassionato. Per lui non è una fesseria ma una necessità continuare a dimostrare il suo amore per i TEB. Con BOOK OF ALCHEMIES, the life and times of Third Ear Band, 1967-1973 il suo atto d’amore diventa uno splendido scritto, un libro sublime. E noi non potevamo chiedere di meglio perché così le rifrazioni di quei raggi di passione ce li godiamo tutti.
17 agosto 2020
Francesco Paolo Paladino
no©2020 Luca Chino Ferrari (unless you intend to make a profit. In which case, ask first)
Hai ragione: sembra che i musicisti siano stati gli unici (per ora) a promuovere e capire il lavoro di Luca, il che dà una chiara idea dello spessore della sua ricerca, roba da esperti e studiosi... non a caso il suo libro+cd é stato pubblicato da un musicista e per questo resterà un punto di riferimento. Per quanto riguarda Amazon ho chiuso il mio account da anni, e credo che potrei scrivere un libro sul potere negativo e ingannevole di quei personaggi, non in questa sede. Vorrei invece parlare di un disco che amo molto e che ho riscoperto nel tempo:
ReplyDeleteThe Cycle Is Complete di Bruce Palmer, il bassista originario dei Buffalo Springfield.
Non trovate che quell'album abbia notevoli affinità con il concetto T.E.B.? Anche se si sviluppa da certo country-blues americano, il risultato é decisamente vicino a quello dei suoi contemporanei inglesi, soprattutto nell'uso dell'oboe, del violino, delle percussioni acustiche, e nell'ampio spazio lasciato alle improvvisazioni, del resto il fiddle di R.Coff era un buon aggancio con la tradizione Usa... Una curiosità in anteprima che ho scritto nei miei appunti (nella speranza che prima o poi prendano la forma di un libro); dopo aver consumato quel vinile di Bruce Palmer, qualche anno fa ho acquistato l'edizione in cd (su Collector's Choice): non é lo stesso album é sono state usate sezioni differenti delle lunghe improvvisazioni... misteri degli archivi dimenticati.