All'inizio del 2020 la musicista italiana Jenny Sorrenti e il musicista/promoter Tullio Angelini hanno scritto un breve pezzo sul loro album psichedelico preferito per un numero speciale dedicato alla musica psichedelica dalla rivista Classic Rock.
Quella che segue è una versione più estesa del pezzo scritta da Jenny e Tullio (che hanno selezionato anche le immagini) esclusivamente per i lettori di Ghettoraga!
IL SEGRETO CANTICO DEGLI ELEMENTI
"Era il mese di marzo dei primi anni ‘70 quando qualcuno mi disse di una casa del Vomero, quartiere nella zona collinare di Napoli, dove si ascoltava dell’ottima musica e infatti i vinili erano appena usciti e importati dall’Inghilterra. Noi giovani musicisti, afflitti da quel processo di decadimento che stava subendo la musica, sempre più povera di emozioni, esclamammo parole di grande soddisfazione.
Era un fotografo napoletano che apriva la sua casa all'ascolto delle ultime novità nei vari generi musicali: dall’underground alla psichedelia, dal folk al rock. Visse due anni a Londra, lavorando nel campo fotografico e vendendo giornali fuori dalla metropolitana.
Dunque fu in quella casa napoletana che mi sintonizzai, per la prima volta, con le vibrazioni e le frequenze della Third Ear Band, ed ecco che il segreto mi fu subito rivelato.
Di preciso non ricordo dove, ma in quel periodo acquistai il secondo disco del gruppo, quello omonimo, dedicato all’Aria, alla Terra, al Fuoco e all’Acqua. Questo ascolto mi comportò un significativo cambiamento personale. Quello della Third Ear Band è un suono rarefatto, ancestrale, costantemente in bilico tra sistemi di scrittura non ordinari. Le ambientazioni descrivono forme e composizioni in costante dialogo tra Oriente e Occidente. Frequente è il riferimento al raga indiano integrato dalla pratica improvvisativa, autentico punto fermo della formazione.
Un particolare interesse sembra essere dedicato al recupero di alcune sonorità, memorizzate senza alcuna dichiarazione formale e interiorizzate come se fossero in clandestinità. La percezione della musica e della vita furono totalmente nuove, a tal punto che questa profonda trasformazione, aiutarono a liberare la mia mente. Un processo e un’alchimia che mi portò a vivere di visioni, colori, sensazioni mai provate prima e senza dover ricorrere a chissà quali sostanze psicotrope.
JENNY SORRENTI (foto di Francesco Desmaele) |
Ricordo che… nel ’74 venni a sapere che Paul Buckmaster, già membro della Third Ear Band, in "Macbeth", partecipò, come musicista, al primo album di un mio amico percussionista napoletano. Mi incuriosiva il personaggio. Scoprii così che aveva studiato violoncello presso il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli, proprio dove anch’io diedi alcuni esami, quando studiavo lirica. Paul era di madre napoletana e padre inglese… esattamente l’opposto di me! Sua madre, pianista diplomata, per lui aveva scelto dove farlo crescere e studiare, quindi preferì la mia città natale. Mi sentii onorata.
Quando poi andai a Londra per contattare alcuni musicisti avrei voluto incontrare anche Paul Minns. Ci tenevo ma non ci sono riuscita. Avevo poco tempo. Dovevo ritornare in Italia per continuare la lavorazione di "Suspiro", il mio primo album solista.
Nonostante il susseguirsi di generose e onorevoli trame di violino, oboe e cello, sorrette dall'incedere percussivo, la musica degli Elementi è ancora oggi inalterabile, al pari di una roccia lavorata da braccia vigorose e capaci di scolpire sopra, immagini e raffigurazioni resistenti al procedere del tempo.
Viene un dubbio…! Riuscivamo davvero a interpretare tutto questo?
TULLIO ANGELINI (foto di Luca D'Agostino). |
Quello che viene da evidenziare in questo album è l’ascesa del suono, il suo divenire. Si percepisce un qualcosa di non immaginato e tanto meno organizzato o redatto. Nemmeno l’improvvisazione è in grado di sancire questo superamento. Oltre alle note dello spartito, dietro di esse, o forse al loro interno, sembra esserci una zona nella quale succedono cose straordinarie. A guisa di un’estensione temporale capace di porre gli stessi musicisti fuori controllo.
Piano piano si è quasi liberata la conoscenza di condividere un’inalterata e nel tempo mai sopita attrazione per questa band… così ineffabile. E’ la principale motivazione per tale scritto, che abbiamo firmato a quattro mani.
Da riportare che l’oboe di Paul Minns (e sinceramente diciamo che seguita a essere il nostro eroe), con la sua timbrica, continua a emettere segnali che ci giungono da lontano… forse vincolati al segreto di ritualità remote e non cogliendoci mai impreparati, anzi, sempre ricettivi alla sublimazione dei… segni".
Jenny Sorrenti e Tullio Angelini
Roma, novembre 2020
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