December 02, 2020

"Il Segreto Cantico Degli Elementi". JENNY SORRENTI e TULLIO ANGELINI celebrano la Third Ear Band!


All'inizio del 2020 la musicista italiana Jenny Sorrenti e il musicista/promoter Tullio Angelini hanno scritto un breve pezzo sul loro album psichedelico preferito per un numero speciale dedicato alla musica psichedelica dalla rivista Classic Rock
Davvero sorprendentemente, hanno scelto il secondo album della Third Ear Band ispirato agli elementi primordiali. Non una semplice recensione, la loro, ma un vero atto d'amore per la band, traboccante passione ed emozione.

Quella che segue è una versione più estesa del pezzo scritta da Jenny e Tullio (che hanno selezionato anche le immagini) esclusivamente per i lettori di Ghettoraga!
 
 

  

IL SEGRETO CANTICO DEGLI ELEMENTI

"Era il mese di marzo dei primi anni ‘70 quando qualcuno mi disse di una casa del Vomero, quartiere nella zona collinare di Napoli, dove si ascoltava dell’ottima musica e infatti i vinili erano appena usciti e importati dall’Inghilterra. Noi giovani musicisti, afflitti da quel processo di decadimento che stava subendo la musica, sempre più povera di emozioni, esclamammo parole di grande soddisfazione.

Era un fotografo napoletano che apriva la sua casa all'ascolto delle ultime novità nei vari generi musicali: dall’underground alla psichedelia, dal folk al rock. Visse due anni a Londra, lavorando nel campo fotografico e vendendo giornali fuori dalla metropolitana.
Dunque fu in quella casa napoletana che mi sintonizzai, per la prima volta, con le vibrazioni e le frequenze della Third Ear Band, ed ecco che
il segreto mi fu subito rivelato.
 

Di preciso non ricordo dove, ma in quel periodo acquistai il secondo disco del gruppo, quello omonimo, dedicato all’Aria, alla Terra, al Fuoco e all’Acqua. Questo ascolto mi comportò un significativo cambiamento personale. Quello della Third Ear Band è un suono rarefatto, ancestrale, costantemente in bilico tra sistemi di scrittura non ordinari. Le ambientazioni descrivono forme e composizioni in costante dialogo tra Oriente e Occidente. Frequente è il riferimento al raga indiano integrato dalla pratica improvvisativa, autentico punto fermo della formazione. 

Un particolare interesse sembra essere dedicato al recupero di alcune sonorità, memorizzate senza alcuna dichiarazione formale e interiorizzate come se fossero in clandestinità. La percezione della musica e della vita furono totalmente nuove, a tal punto che questa profonda trasformazione, aiutarono a liberare la mia mente. Un processo e un’alchimia che mi portò a vivere di visioni, colori, sensazioni mai provate prima e senza dover ricorrere a chissà quali sostanze psicotrope. 

 
Questo disco mi lasciava presagire la mutazione, eccellente, sapiente e così mi avvicinai all'ascolto con sorpresa, stupore e timore. Timore come di qualcosa d’ignoto ed esoterico. Gli intrecci tra oboe e violino, sostenuti in modo ipnotico dalle percussioni, costituivano il paradigma di un linguaggio in divenire che io avevo intercettato e intrapreso e che infrangeva quella classicità, fino a quel momento, così preminente nella struttura e forma dei brani. Quelle note, quel susseguirsi di fraseggi ed esecuzioni mi condussero a una visione naturalmente alterata della realtà e m’incoraggiarono a esplorare nelle profondità del mio cuore e delle mie sensibilità... Senza alcuna esitazione, fu il disco “psichedelico” più bello mai ascoltato e infatti, poi, nel nostro primo album dei Saint Just, intitolato con lo stesso nome del gruppo, li ho meritatamente ringraziati nei credits.

JENNY SORRENTI (foto di Francesco Desmaele)

Ricordo che… nel ’74 venni a sapere che Paul Buckmaster, già membro della Third Ear Band, in "Macbeth", partecipò, come musicista, al primo album di un mio amico percussionista napoletano. Mi incuriosiva il personaggio. Scoprii così che aveva studiato violoncello presso il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli, proprio dove anch’io diedi alcuni esami, quando studiavo lirica. Paul era di madre napoletana e padre inglese… esattamente l’opposto di me! Sua madre, pianista diplomata, per lui aveva scelto dove farlo crescere e studiare, quindi preferì la mia città natale. Mi sentii onorata.  

Quando poi andai a Londra per contattare alcuni musicisti avrei voluto incontrare anche Paul Minns. Ci tenevo ma non ci sono riuscita. Avevo poco tempo. Dovevo ritornare in Italia per continuare la lavorazione di "Suspiro", il mio primo album solista.
Nonostante il susseguirsi di generose e onorevoli trame di violino, oboe e cello, sorrette dall'incedere percussivo, la musica degli Elementi è ancora oggi inalterabile, al pari di una roccia lavorata da braccia vigorose e capaci di scolpire sopra, immagini e raffigurazioni resistenti al procedere del tempo. 

Viene un dubbio…! Riuscivamo davvero a interpretare tutto questo?

Un'officina di suoni e simbologie che, all'inizio, ci sorprese come uno spirito quasi sinistro e subito dopo ci riempì i cuori con la sua grazia iniziatica. Gli strumenti usati erano come dei battenti nella notte, che facevano crescere la nostra devozione ancora e ancora di più... fino al punto che, per mezzo dei loro messaggi, la musica stessa diventò parte del nostro essere. Pure adesso il loro suono è forte, vigoroso e noi stessi sembriamo e sappiamo poter ancora arrossire all’ascolto. Nel disco degli elementi si dispiegano i cieli, si distendono le terre, si sprigionano le acque e si scatenano i fuochi. Se vi è dunque una musica che ha aiutato il nostro sé artistico a diventare più creativo e coraggioso, quella musica è stata senza dubbio questa e ci rivelerà ancora tanto mentre continueremo a camminare per la nostra via, per la stessa via... attraverso le vite. 

TULLIO ANGELINI (foto di Luca D'Agostino).

È così che suonava e che suona la musica della Third Ear Band. Come una straordinaria meraviglia sonora che ci fa immaginare di essere tra i rari e fortunati testimoni segreti.
Quello che viene da evidenziare in questo album è l’ascesa del suono, il suo divenire. Si percepisce un qualcosa di non immaginato e tanto meno organizzato o redatto. Nemmeno l’improvvisazione è in grado di sancire questo superamento. Oltre alle note dello spartito, dietro di esse, o forse al loro interno, sembra esserci una zona nella quale succedono cose straordinarie. A guisa di un’estensione temporale capace di porre gli stessi musicisti fuori controllo.  
Del resto, l’Aria, la Terra, il Fuoco e l’Acqua appartengono alla Natura, alle sue divinità e alla formazione del mondo, non condizionato da scansioni del tempo esistenziale e senza distinzioni tra passato, presente e futuro, ma dalla contemplazione dell'eterno. Le armonie, i ritmi, le melodie delle quattro tracce dell'album sono funzionali sempre e solo alla creazione di dimensioni che hanno la comune caratteristica dell’ineludibilità.

Piano piano si è quasi liberata la conoscenza di condividere un’inalterata e nel tempo mai sopita attrazione per questa band… così ineffabile. E’ la principale motivazione per tale scritto, che abbiamo firmato a quattro mani.
Da riportare che l’oboe di Paul Minns (e sinceramente diciamo che seguita a essere il nostro eroe), con la sua timbrica, continua a emettere segnali che ci giungono da lontano… forse vincolati al segreto di ritualità remote e non cogliendoci mai impreparati, anzi, sempre ricettivi alla sublimazione dei… segni".

Jenny Sorrenti e Tullio Angelini
Roma, novembre 2020

 

CONTATTI


- Jenny Sorrenti -

https://www.facebook.com/jenny.sorrenti3/

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mail: jennysorrenti@gmail.com


- Tullio Angelini -

http://allfrontiers.it/

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no©2020 LucaChinoFerrari (a meno che tu non intenda farne un profitto. In tal caso, prima chiedi.)

"The Secret Canticle Of The Elements". JENNY SORRENTI and TULLIO ANGELINI celebrate the Third Ear Band!

 
At the beginning of 2020 Italian musician Jenny Sorrenti and musician/promoter, Tullio Angelini  wrote a short piece about their favourite psychedelic record  for a special issue on psychedelic music published by Italian magazine Classic Rock. They selected TEB's second album inspired by the primordial elements. A piece that's a real act of love for the band, full of passion and emotion. Here below you can read a more extensive version of it, written by them later, exclusively for Ghettoraga Archive (Jenny and Tullio also proposed the pictures included).
 
 
 
   THE SECRET CANTICLE OF THE ELEMENTS

"It was March in the early '70s when someone told me about a house in Vomero, a neighbourhood in the hilly area of Naples, where some guys were listening to great music. At the time the vinyl was 'just out' and imported from England. We young musicians, afflicted by that process of decay that music was undergoing, increasingly more deficient in emotion, expressed words of great satisfaction for this.
 
 
 
He was a Neapolitan photographer who opened his house to let us listen to the latest news in various musical genres: from underground to psychedelia, from folk to rock. He had lived two years in London, working in the photographic field and selling newspapers outside the subway.
So it was in that Neapolitan house that I tuned in, for the first time, with the vibrations and frequencies of the Third Ear Band, and the secret was immediately revealed to me.  
I don't remember exactly where, but in that period I bought the second record of the band, the one with the same title, dedicated to Air, Earth, Fire and Water. This listening brought me a significant personal change. The Third Ear Band's sound is rarefied, ancestral, continually hovering between non-ordinary writing systems. 
 
The settings describe forms and compositions in a constant dialogue between East and West. Frequent is the reference to the Indian raga integrated by the improvisational practise, a band's true staple. A particular interest seems to be dedicated to the recovery of some sounds, memorized without any formal declaration and internalized as if they were in clandestinitySince that time my perception of music and life were totally new, to the point that this profound transformation helped to free my mind. A process and alchemy that led me to live with visions, colours, sensations never experienced before and without having to resort to who knows what psychotropic substances.
  
 
This record let me foreshadow the excellent, wise mutation, and so I approached the listening with surprise, amazement and fear: a fear as of something of unknown and esoteric. The weaves between oboe and violin, hypnotically supported by percussion, were the paradigm of a language in progress that I had intercepted and undertaken. It had broke that classicism, until that moment, so prominent in the structure and form of the songs.
Those notes, that succession of phrasings and performances led me to a naturally altered vision of reality, encouraging me to explore in the depths of my heart and my sensibilities... Without any hesitation, it was the most beautiful psychedelic record ever heard: in fact, in our first album of Saint-Just, titled with the same name of the band, I deservedly thanked them in the sleeve credits. 
 
Jenny Sorrenti (photo by Francesco Desmaele).

I remember that... in '74 I discovered that Paul Buckmaster, already a member of the Third Ear Band, in Macbeth album, had participated, as a musician, to the first album of a Neapolitan percussionist friend of mine. I was intrigued by the character. So I discovered that he had studied cello at the Conservatory of Music San Pietro a Majella in Naples, where I also had done some exams when I was studying Opera. Paul was of Neapolitan mother and English father... precisely the opposite of me!
His mother, a graduate pianist, had chosen for him where he would grow up and study, so he preferred my hometown. I felt honoured by it. When I went to London to contact some musicians, I also wanted to meet Paul Minns. I wished that, but I couldn't, I had a little time. I had to return to Italy to continue working on "Suspiro", my first solo album.
 
Tullio Angelini (photo by Luca D'Agostino).

Despite the succession of generous and honourable plots of violin, oboe and cello, supported by the percussive procession, the music of the Elements is still unalterable today, like a rock worked by strong arms and able to carve over, images and representations resistant to the passage of time. 
 
A doubt arises...! "Could we really interpret all this?"
 
A workshop of sounds and symbols that, at first, surprised us like an almost mischievous spirit and immediately afterwards filled our hearts with its initiatory grace. The instruments used were like knockers in the night, which made our devotion grow even more... to the point that, through their messages, the music itself became part of our being. Even now their sound is powerful, vigorous and we seem and know that we can still blush when we listen to them. In the album of elements the heavens unfold, the earth stretches out, the waters flow, the fires are unleashed. So if there is a music that has helped our artistic self to become more creative and courageous, that music has undoubtedly been this and will reveal so much more as we continue to walk our way the same way... through lives. 
That's how the music of the Third Ear   Band sounded, that's how it sounds, an extraordinary sonic wonder that makes us imagine that we are among the rare and lucky secret witnesses.
What is highlighted in this album is the rise of sound, its becoming. You can perceive something not imagined and even less organized or edited. Not even improvisation can sanction this overcoming. Along with the notes of the score, behind them or perhaps within them, it seems to be a place where extraordinary things happen, in the guise of a temporal extension capable of putting the musicians out of control. 
After all, air, earth, fire and water belong to Nature, to its divinities, to the formation of the world. This is not conditioned by scans of existential time, without difference between past, present and future, but by the contemplation of the eternal. The harmonies, rhythms, melodies of the four album's tracks of the album are always and only functional to the creation of dimensions that have the common characteristic of inescapability.
Slowly the knowledge of sharing an unaltered and in time never dormant attraction for this band... so ineffable. This is
the first motivation for this writing, which we signed with four hands.

Paul Minns playing at the German TV in 1970.
 
Finally, we would like to affirm that Paul Minns' oboe (he is still our hero!), with its timbre, continues to emit signals that reach us from afar... perhaps bound to the secret of archaic rituals. It never caught us unprepared but, on the contrary, always receptive to the sublimation of... signs."

Jenny Sorrenti and Tullio Angelini
Rome, November 2020

 

CONTACTS


- Jenny Sorrenti -

https://www.facebook.com/jenny.sorrenti3

https://www.facebook.com/SaintJustJennySorrenti/ 

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mail: jennysorrenti@gmail.com

- Tullio Angelini -

http://allfrontiers.it   
 
 
mail: momusit@yahoo.it
 

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